Chi consuma sette porzioni al giorno di cereali raffinati sembra correre rischi più elevati per la salute cardiovascolare. Confermato il valore delle fibre alimentari
Il pane bianco, i croissant, che buoni. Ma niente di buono per la nostra salute. Un nuovo studio conferma infatti i dati negativi legati al consumo di cereali raffinati.
Cresce il rischio cardiovascolare, di ictus e di morte prematura
I dati della ricerca sono stati pubblicati su The British Medical Journal. Lo studio, di nome «Pure», ha esaminato le abitudini alimentari dai Paesi più poveri a quelli più ricchi, constatando che sono molto aumentati negli anni i consumi di cereali raffinati e di zuccheri aggiunti.
UNICO ASSOLTO IL RISO BIANCO
I cereali sono stati divisi in tre gruppi: raffinati, integrali e riso bianco. I cereali raffinati includevano prodotti fatti con farina bianca, come pane bianco, pasta, cereali per la colazione, crackers e prodotti da forno contenenti cereali raffinati. I cereali integrali includevano le farine da cereali integrali (per esempio di grano saraceno) e i prodotti cucinati con queste farine. E ora le cifre dello studio canadese, in cui sono stati presi in esame quanti consumano più di sette porzioni al giorno di cereali raffinati e riferisce che questa dieta si associa a un rischio aumentato di morte prematura (+27 %), di disturbi cardiaci (+33%) e ictus(+47%). Non sono stati invece trovati pericoli legati al consumo di cereali integrali e riso bianco. Il riso è dunque l’unico cereale «bianco» assolto.
UNA PORZIONE: 50 GRAMMI DI PANE
Il consiglio con cui si conclude la ricerca è ovvio: mangiare pochi prodotti del frumento raffinati e dare la preferenza ai grani di cereali interi. Anche per il riso, alla fine, si consiglia quello integrale. «L’unità di base è 50 grammi di pane, ecco cosa si intende per una porzione. Quelle considerate nello studio, sette, equivalgono dunque a 350 grammi. Con un consumo a questo livello di cereali bianchi, c’è un importante aumento della mortalità e degli eventi cardiovascolari».
SI ARRIVA ALLA DIETA MEDITERRANEA
«nello studio tutte le persone sono state seguite per quasi 10 anni. La dieta mediterranea, una dieta che si sa salutare e che ha tra i suoi cardini i cereali integrali, consumo ridotto di carne rossa e di formaggi stagionati».
LA CULTURA È SALUTARE
Ma ci sono altri fattori che pesano sul rapporto alimentazione-rischio: a sfavore la povertà, a favore un alto grado di istruzione. «C’è un detto tra chi si occupa di questi temi: “Ne ammazza più il basso reddito che il colesterolo”. Oggi la dieta mediterranea la segue chi può permettersela: costi più elevati dei cibi sempre freschi, tempo per non ricorrere mai ai surgelati, cotture lunghe di pasta e grani integrali…».
(Fondazione Veronesi)
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