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COSA SUCCEDE AL CUORE QUANDO SI FA ATTIVITÀ FISICA?

Lo dicono tutti i medici: fare attività fisica fa bene al cuore. Ma cosa succede al cuore quando si corre o si cammina a passo svelto?

Che praticare esercizio fisico aerobico abbia effetti benefici sulla prevenzione e la riduzione del rischio cardiovascolare è ormai un fatto noto da anni, anche se i meccanismi non sono sempre conosciuti e potrebbero derivare da numerosi fattori, ormonali, meccanici, locali e sistemici – . Quando si fa esercizio fisico con continuità e costanza, ma soprattutto se si pratica un’attività aerobica come la corsa, camminare a passo svelto, o passeggiare in montagna, a livello cardiaco aumenta la formazione locale e anche sistemica, cioè in tutto il sistema cardiocircolatorio incluse arterie, vene e capillari, di un fondamentale vasodilatatore, il nitrossido di azoto (NO), che favorisce la vasodilatazione arteriosa, cioè la dilazione delle pareti delle arterie, aiutando quindi anche la diminuzione dei valori della pressione.

Inoltre, l’attività fisica costante provoca una diminuzione della frequenza cardiaca a riposo, cioè quando non si svolge alcune attività fisica, con il conseguente calo del consumo di ossigeno miocardico e calo della pressione arteriosa sistemica, mentre fornisce un aumento della gittata cardiaca e della forza di contrazione miocardica. Per questi motivi l’esercizio fisico aerobico è importante sia nel soggetto sano, sia nel paziente cardiopatico a cui è raccomandata come terapia non farmacologica per la gestione della malattia cardiaca.
(Salute, Humanitas)

ATTIVITÀ FISICA, FARLA SOLO NEL WEEKEND BASTA?

Gli sportivi del weekend possono stare tranquilli: fare attività fisica solo il fine settimana, nel rispetto delle linee guida internazionali, è comunque benefico.

A suggerire un’associazione tra questo modo di fare attività fisica e la riduzione della mortalità è uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine. I ricercatori hanno messo a confronto le abitudini di 63.591 individui di almeno 40 anni di età.

Il team ha identificato diversi profili:
1. i sedentari,
2. chi svolgeva attività fisica regolarmente nell’arco della settimana
3. i cosiddetti weekend warriors, i guerrieri del fine settimana, ovvero chi svolgeva 150 minuti di attività fisica a intensità moderata o 75 a intensità più vigorosa in una o due sessioni tra sabato e domenica (o comunque in una o due occasioni a settimana). 150 o 75 minuti sono le soglie raccomandate dalle linee guida internazionali.


MORTALITÀ PIÙ BASSA TRA GLI SPORTIVI REGOLARI
Rispetto agli inattivi, tra i weekend warriors il rischio di mortalità generale era più basso del 30%, quello per malattie cardiovascolari del 40% e quello per cancro del 18%. Le riduzioni del rischio, però, erano simili tra questi sportivi e gli individui che, sebbene attivi, non rispettavano i livelli di attività fisica settimanali raccomandati. Secondo alcuni dati, infine, i rischi di mortalità erano più bassi tra chi si allenava regolarmente. Lo studio, presenta delle limitazioni: la popolazione analizzata non è perfettamente rappresentativa e i dati sull’attività fisica sono stati autoriferiti e quindi suscettibili di errore. In ogni caso, concludono, non è emerso alcun rapporto di causalità fra livelli di attività fisica e riduzione della mortalità.

ESSERE O DIVENTARE WEEKEND WARRIOR È UNA BUONA SOLUZIONE PER FARE ATTIVITÀ FISICA?
«Fare attività fisica una volta a settimana a intensità maggiore è vantaggioso per la salute a patto che l’individuo sia in salute e allenato», risponde la prof.ssa Daniela Lucini, resp. della Sezione di Medicina dell’Esercizio dell’ospedale Humanitas. «Se l’apparato muscoloscheletrico è in forma, non si soffre di disturbi come anche un semplice mal di schiena, allora è possibile concentrare la quantità settimanale di attività fisica in una sola occasione. Anche l’età è un fattore di cui tener conto, ma la condizione necessaria e sufficiente per fare attività fisica in questo modo – è quella di godere di una buona salute cardiorespiratoria e muscolo-articolare». Lo studio suggerisce, tuttavia, che il rischio di mortalità era più basso in chi si allenava regolarmente: «L’ideale sarebbe suddividere i 150 o 75 minuti nell’arco della settimana in modo tale da mantenere attivo il metabolismo sempre, abituando l’organismo al movimento costante. Fare attività fisica in questo modo è più vantaggioso in alcuni situazioni come, ad es., per chi è affetto da diabete per cui è consigliabile controllare la glicemia con un movimento che sia quotidiano».

IL MESSAGGIO DA MEMORIZZARE È: “MUOVETEVI!”
«La quantità di attività fisica può essere modulata a seconda delle esigenze per raggiungere le soglie raccomandate ma anche sotto questi livelli va bene. Qualsiasi cosa in più della sedentarietà è sempre ben accetto: anche una camminata a passo veloce una volta a settimana va bene sebbene le ricadute in termini di prevenzione cardiovascolare siano poco rilevanti».
(Salute, Humanitas)