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AUMENTO IMPROVVISO di SETE e
APPETITO: PUÒ ESSERE un
SINTOMO del DIABETE

La fame non è un indicatore specifico per la diagnosi della malattia e non è facile individuare le condizioni che determinano il forte desiderio di mangiare

La diagnosi di diabete non si fa chiedendo al paziente quante volte urina e quanto beve, perché sono sintomi comuni che dipendono anche dall’apporto di acqua, comunque poco specifici e associati anche ad altre condizioni o malattie. Serve una misura della glicemia o altri parametri, come l’emoglobina glicosilata. La parola diabete ha origine dal verbo greco «diabaino» che significa «passare attraverso», proprio perché l’iperglicemia determina un aumento considerevole del volume urinario e un altrettanto aumentato apporto idrico, dato che quello che esce deve poi rientrare. Non si può determinare chi sia il primo attore, vale a dire se si urina tanto perché si beve tanto o viceversa. Non è nemmeno detto che un diabetico beva e urini molto, perché dipende dal controllo metabolico e della glicemia: se quest’ultima è normale non si ha una diuresi abbondante. La fame non è certamente un sintomo tipico o significativo per la diagnosi del diabete e oltretutto, quand’anche lo fosse, non è così facile individuare le condizioni che determinano un aumento di appetito. La sintomatologia può orientare, ma poi esistono esami specifici per fare una diagnosi in maniera corretta. Quindi se ha il sospetto che l’aumento di sete, quantità/frequenza di minzione e appetito non abbia una motivazione valida a sostenerlo, è bene che ne parli con il medico.
(Salute, Corriere)

Perché i DOLCI non fanno bene al CUORE?

Le persone che tendono a consumare molti dolci sotto forma di cioccolato, merendine, gelati, e ogni sorta di pasticcini e snack dolci, tende ad introdurre ogni giorno una quota maggiore di calorie nella propria alimentazione a causa della quantità di zuccheri e grassi che sono gli ingredienti principali di cui sono fatti dolci

Questa è un’abitudine che apre le porte alla strada verso il sovrappeso e l’obesità, in modo particolare per chi conduce una vita sedentaria perché l’organismo non è in grado di smaltire l’eccesso calorico, o in presenza di malattie come il diabete, che genera a sua volta danno alle pareti dei vasi arteriosi, in cui l’organismo non è in grado di metabolizzare gli zuccheri. Il fatto che sovrappeso e obesità siano un pesante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari anche gravi come infarto e ictus, spiega perché i dolci non facciano bene al cuore.
Invece, è meglio consumare moderatamente cioccolato fondente che deve però contenere una percentuale di cacao superiore al 60-70% per fornire al cuore quelle sostanze antiossidanti, chiamate flavonoidi, che hanno dimostrato avere benefici sulla salute di vasi e arterie. Bisogna comunque tenere a mente che è necessario consumare cioccolato è fondente in quantità, non superiori a 10-20g al giorno, pari a circa un quadratino di una tavoletta di cioccolato fondente.
(Salute, Humanitas)

“DIABETE, GLI ANTIBIOTICI FANNO ALZARE LA GLICEMIA”, VERO O FALSO?

Secondo alcune persone affette da diabete, assumere terapia antibiotica fa aumentare la glicemia. Vero o falso?

FALSO Non sono gli Antibiotici a far alzare la Glicemia, ma qualsiasi tipo di Infiammazione o Infezione che ne richieda la somministrazione. – L’Infezione fa alzare la Glicemia mentre l’antibiotico, curando lo stato flogistico, la riporta alla normalità. Per spiegarci, la glicemia può essere un ottimo campanello d’allarme di un’infiammazione o infezione; infatti, quando, a parità di terapia, alimentazione, attività fisica, variabili più comunemente coinvolte nella regolazione dei livelli di glucosio nel sangue, la glicemia si alza, potrebbe significare che qualcosa sta succedendo nell’organismo. A volte, in caso di infezioni con Febbre, potrebbe alzarsi prima la glicemia della febbre; in questi casi, che in estate possono riferirsi per esempio alle cistiti, nelle donne, ma anche ad otiti da colpo d’aria, raffreddori, mal di denti o altre situazioni di flogosi, è importante curare nel più breve tempo possibile la causa dell’infiammazione/infezione per far tornare la glicemia a valori normali senza dover modificare la terapia insulinica o il dosaggio dei farmaci Ipoglicemizzanti. Questo non vale solo in situazioni di infiammazione o infezione: l’assunzione di farmaci che alterano i livelli della glicemia, come per es. il Cortisone, rende necessario rivolgersi al proprio diabetologo per cambiare la terapia per il diabete durante tutto il periodo di trattamento dell’Infezione.”

(Salute, Humanitas)

GLI ANTINFIAMMATORI FANNO SALIRE LA GLICEMIA?

Problemi di schiena mi costringono a usare diclofenac e tiocolchicoside. Questi due farmaci possono far innalzare i valori della glicemia? E ci sono problemi d’interazione con la metformina.

Come comportarsi nel caso in cui dovessi aggiungere alla cura il Betametasone? Diclofenac e Tiocolchicoside non hanno effetti diretti sulla glicemia e non interagiscono con la Metformina; per il diclofenac sodico sono descritti rari casi d’interazione con alcuni antidiabetici, ma non con la metformina. Il diclofenac è un potente antinfiammatorio e può peggiorare patologie talvolta presenti nei diabetici (ipertensione, nefropatia). Il betametasone é un cortisonico, e può aumentare temporaneamente i valori di glicemia. In questi casi è bene intensificare il monitoraggio dei valori glicemici perché talvolta è necessario variare la terapia per il diabete.

(Salute, Corriere; Marco Gallo Struttura Endocrinologia Oncologica, Azienda ospedaliera universitaria Molinette, Torino)

Impurezze in metformine fuori da Ue: livelli molto bassi, non sospendere terapie

L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) informa che livelli molto bassi di un’impurezza, N-nitrosodimetilammina (NDMA), sono stati riscontrati al di fuori dell’Unione Europea in un ristretto numero di medicinali a base di metformina. I livelli riscontrati sono molto bassi, e sembrano essere entro i limiti a cui le persone possono essere normalmente esposte da altre fonti, inclusi alcuni alimenti e l’acqua. Le Autorità europee stanno avviando una collaborazione con le aziende per testare i medicinali in commercio nell’UE. In questa fase è fondamentale quindi che i pazienti proseguano la loro terapia per tenere sotto controllo il diabete e che siano consapevoli che interrompere il trattamento potrebbe esporli a complicanze e a gravi e duraturi problemi di salute. Il rischio derivante da un non adeguato trattamento del diabete supera di gran lunga qualsiasi possibile effetto dovuto ai bassi livelli di NDMA osservati nei test. Pertanto l’EMA raccomanda agli operatori sanitari di:

  • Continuare a prescrivere metformina normalmente e attendere ulteriori informazioni dalle autorità europee.
  • Raccomandare ai pazienti di non interrompere il trattamento antidiabetico.
  • Ricordare ai pazienti l’importanza di tenere il diabete sotto controllo.

La metformina è ampiamente utilizzata da sola o in combinazione con altri medicinali nel trattamento del diabete di tipo 2. È generalmente la prima linea di trattamento, e agisce riducendo la produzione di glucosio nell’organismo e riducendone l’assorbimento dall’intestino.

(AIFA, pillole dal mondo)