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SE IN CASA FA FREDDO (sotto i 18 gradi) gli IPERTESI SONO A RISCHIO

Uno studio giapponese mostra una relazione inversa tra temperature casalinghe e valori della pressione. Ma non solo: anche la temperatura instabile danneggia l’apparato cardiovascolare

Prezzo del gas alle stelle, bollette da capogiro, stipendi fermi al palo da anni. Così, per arrivare alla fine del mese, il prossimo inverno molte famiglie potrebbero essere costrette a tenere il riscaldamento spento oppure al minimo. Una scelta che giova al portafoglio, ma che rischia di danneggiare la salute. In particolare, pare che vivere in un’abitazione troppo fredda, con una temperatura inferiore ai 18 gradi, possa nuocere a chi ha la pressione del sangue alta (ipertensione). Ciò avviene perché, quando la colonnina di mercurio si abbassa, il calibro dei vasi sanguigni diminuisce (vasocostrizione), comportando un aumento pressorio.

Anziani e donne più sensibili alle temperature
Durante gli scorsi inverni, i partecipanti alla ricerca hanno misurato, tramite sensori di monitoraggio automatizzati forniti dagli studiosi, la temperatura in tre locali della casa (soggiorno, spogliatoio, camera da letto) e la loro pressione sanguigna, due volte al mattino e due alla sera, tenendo un diario per due settimane. Dalla rilevazione è emerso che le temperature medie erano di 16.8, 13 e 12.8 gradi rispettivamente in soggiorno, nello spogliatoio e in camera da letto, mentre quelle minime erano di 12.6, 10.4 e 11.2 gradi. In particolare, le temperature minime si sono attestate sotto i 18 gradi in oltre il 90% delle abitazioni, soprattutto in quelle delle famiglie a basso reddito e delle persone che vivono da sole. Un’associazione inversa: Questi dati sono stati, quindi, messi in relazione con i valori della pressione del sangue, mostrando un’associazione inversa: in pratica, ciò significa che più le temperature erano basse più la pressione era alta e viceversa. Nel dettaglio, gli esperti hanno notato che la pressione era più sensibile alla temperatura al mattino, registrando un incremento di 8.2 mm di mercurio (mmHg) per una diminuzione di 10 gradi, rispetto alla sera, quando a parità di riduzione di temperatura l’aumento registrato era di 6.5 mmHg. Hanno, inoltre, evidenziato che la sensibilità era maggiore nei residenti più anziani (di età pari o superiore a 57 anni) e nelle donne.

La pressione instabile
A danneggiare l’apparato cardiovascolare non è, però, solo la pressione alta, ma anche quella instabile, cioè con ampie fluttuazioni nel corso della giornata. In particolare, dallo studio è emerso che i partecipanti che vivevano in case con una lieve escursione termica tra il giorno e la notte (inferiore a 1 grado) mostravano una variabilità pressoria inferiore rispetto a quelli che vivevano in case con una maggiore differenza nella temperatura (4 gradi o più). Gli effetti positivi dell’isolamento termico In un secondo momento, gli esperti hanno valutato i medesimi parametri dopo che alcune abitazioni sono state sottoposte a isolamento termico, in cui si è provveduto a isolare pareti esterne, pavimento, tetto; a sostituire finestre a vetro singolo con quelle a vetri doppi. Grazie a questi interventi, la temperatura domestica è aumentata di 1.5 gradi, riducendo di 3.1 mmHg la pressione del sangue. Ciò dimostra che anche piccoli incrementi della temperatura possono risultare molto efficaci per tenere sotto controllo la pressione, un elemento fondamentale soprattutto per chi presenta un alto rischio cardiovascolare.

(Salute Repubblica)

I COLPI D’ARIA FANNO MALE ALLA SALUTE?

In Italia, più che in altri Paesi, c’è una tendenza al considerare le correnti e i colpi d’aria come origine di una serie di disturbi: colpo della strega, torcicollo, raffreddori, otiti.


Stiamo infatti particolarmente attenti a controllare spifferi e a non metterci davanti alle correnti d’aria, anche per evitare eventuali contratture muscolari.
Ma sarà vero? I colpi d’aria sono nocivi per la salute? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Elena Azzolini della Direzione Medico Sanitaria di Humanitas.

Le correnti d’aria non sono così pericolose
Difficile sapere da cosa derivi questa paura delle correnti d’aria. Malattie come i raffreddori, le otiti, e le infezioni in generale possono avere una natura batterica o virale: il che significa, sostanzialmente, che è necessaria una componente infettiva per farci ammalare. Il freddo e i colpi d’aria, da soli, non bastano.
Inoltre, per quanto riguarda i dolori muscolari e articolari associati a colpi d’aria, a oggi non esiste una letteratura scientifica che sostenga questa tesi, ma pare più probabile che i dolori derivino da uno sforzo eccessivo, un movimento brusco o un mancato riscaldamento prima dell’allenamento, o di un defaticamento dopo aver fatto esercizio.
Può sembrare quasi paradossale, ma il motivo principale per cui ci si ammala d’inverno non riguarda di per sé il freddo, quanto il fatto che, proprio a causa delle basse temperature, ci si rifugia in luoghi chiusi, spesso affollati.
Il raffreddamento, certo, può determinare alcuni fenomeni che possono alterare la capacità di risposta del nostro organismo – come ad esempio la vasocostrizione, o una rallentata attività delle ciglia che rivestono le vie aeree e che contribuiscono a eliminare gli agenti esterni -, ma di base sono gli ambienti chiusi e umidi che favoriscono la proliferazione di quei germi e batteri che ci fanno ammalare.
Inoltre, la paura del colpo d’aria potrebbe creare dei veri e propri problemi alla nostra salute. Per esempio, nel caso delle infezioni alle vie aeree, il rischio del contagio nei luoghi affollati diminuisce drasticamente proprio aprendo la finestra, e favorendo il ricambio d’aria fresca.
Durante l’estate, poi, le correnti d’aria permettono di alleviare la calura mediante il semplice passaggio dell’aria da fuori all’interno dell’abitazione, evitando così di utilizzare aria condizionata o ventilatori che, per quanto non risultino essere un pericolo per la nostra salute, se adoperati opportunamente, consumano molta energia e hanno un elevato costo anche in termini di inquinamento ambientale.
(Salute, Humanitas)