Il nuovo test va in direzione della «prevenzione di precisione», che dovrebbe consentire una valutazione individuale del «pericolo» e quindi interventi più mirati e efficaci
.L’effetto del colesterolo LDL (il cosiddetto colesterolo “cattivo”) sul rischio di sviluppare un infarto miocardico dipende anche dai geni: questi i risultati di uno studio pubblicato su Circulation e realizzato da una società di software di genomica specializzata nello sviluppo di Punteggio di Rischio Poligenico (Polygenic Risk Score – PRS ) per la medicina personalizzata. Grazie al software di analisi PRS, si è visto che la combinazione delle informazioni sul rischio genetico del paziente con il suo livello di colesterolo LDL permette di identificare persone a maggior rischio cardiovascolare che sarebbero altrimenti invisibili ai modelli di rischio tradizionali, ma che hanno potenzialmente bisogno di un trattamento farmacologico adeguato.
Lo studio
Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte in Europa, determinando quasi 4 milioni di decessi (il 43% di tutti i decessi, dati 2016). Anche in Italia sono la principale causa di morte (dati Istat 2018), essendo responsabili del 34,8% di tutti i decessi. Dato significativo: il 40% degli adulti presenta almeno tre dei fattori modificabili di rischio cardiovascolare: ipertensione, ipercolesterolemia, sedentarietà, fumo, eccesso ponderale, scarso consumo di frutta e verdura.
L’importanza del «punteggio» poligenico
Lo studio pubblicato su Circulation mostra, in particolare, che le persone con livelli medi di colesterolo LDL (130-160 mg/dl) ma con uno «score» poligenico elevato hanno un rischio equivalente di soffrire di malattie cardiovascolari e infarto rispetto alle persone con ipercolesterolemia (> 190 mg/dl) ma con un PRS di valore medio. La ricerca ha inoltre dimostrato che le persone con punteggi poligenici elevati rispetto alle malattie coronariche possono ridurre il rischio di malattia portandolo nella media della popolazione se mantengono livelli ottimali di LDL (<100 mg/dl). Individui con score poligenico basso non hanno invece un aumento del rischio all’aumentare dei livelli di LDL.
Rischio multifattoriale
«Il rischio di un individuo di avere un infarto o un ictus è determinato dall’interazione di molti elementi, essendo multifattoriale e poligenico. I risultati di questo nuovo score aprono interessanti prospettive cliniche per i nostri pazienti, dimostrando che il rischio cardiovascolare di un individuo dipende da una correlazione tra colesterolo LDL e rischio genetico — Lo studio effettuato su più di 400 mila individui, ha dimostrato che il rischio di infarto e ictus conferito dal colesterolo “cattivo” (LDL-C) è modificato dal background genetico di un individuo. Questo suggerisce che i maggiori benefici dei farmaci che abbassano il colesterolo” cattivo” si otterrebbero negli individui con alti score di rischio poligenico».
Rischio cardiovascolare raddoppiato
«Lo studio — ha mostrato come nei pazienti con alto PRS l’aumento del rischio cardiovascolare, a parità di colesterolo LDL, sia il doppio rispetto al gruppo PRS intermedio». Il PRS è in grado, inoltre, di identificare gli individui che, nonostante siano indicati come bisognosi di un intervento terapeutico secondo le linee guida correnti, non sono in realtà ad alto rischio cardiovascolare in base ai loro geni e ai livelli di LDL, e che quindi potrebbero potenzialmente evitare il trattamento.
Valutazioni «personalizzate»
«La definizione del rischio cardiovascolare individuale è oggi uno step fondamentale per le strategie di prevenzione cardiovascolare — a notare Massimo Volpe, Presidente della Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare). «Non è sufficiente diagnosticare e trattare i singoli fattori di rischio, come ipertensione arteriosa, dislipidemie, diabete, ma occorre definire il profilo di rischio cardiovascolare totale in ogni singolo individuo e mettere al centro di tutte le strategie e interventi di prevenzione la riduzione di questo valore complessivo, non di singoli elementi come il livello di colesterolo LDL»
Prevenzione di precisione
«Assistiamo in questo momento all’emergere di un concetto nuovo, ossia la prevenzione di precisione, che analogamente alla medicina di precisione, intende rendere gli interventi più efficaci e personalizzati. Basti pensare al progetto di legge Cardio50 (DDL 869 in discussione in questo momento al Senato, ndr.), che, come Società scientifiche, stiamo portando avanti insieme alle Istituzioni e prevede uno screening nazionale in tutte le fasce di età per identificare i soggetti su cui agire con maggiore incisività ed efficienza». «In questo contesto —prosegue — può essere molto utile avere a disposizione un semplice test genetico che affina la valutazione del rischio cardiovascolare così da interpretare il vero significato dei diversi livelli di colesterolo e identificare meglio gli individui su cui concentrare l’azione preventiva».
Tecnologia bioinfornatica
Il PRS è una misura del rischio di malattie di una persona basata sui suoi geni e si calcola combinando gli effetti di un gran numero di varianti genetiche nel genoma. Allelica ha sviluppato avanzati strumenti digitali per la stima del PRS di una persona rispetto alle patologie cardiovascolari, basandosi sulla più recente tecnologia bioinformatica applicata allo studio dei dati genetici di circa 408 mila individui della biobanca del Regno Unito. Basandosi su questo algoritmo, Allelica ha preparato un semplice test genetico salivare, che consente di valutare il PRS di ogni individuo.
(Salute, Corriere)