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Mani, come evitare che la pelle si irriti per i troppi lavaggi

Lavarsi le mani spesso è necessario ora più che mai, ma l’acqua provoca disidratazione. Per evitarlo, soprattutto se si soffre di dermatiti eczemi o psoriasi, basta usare detergenti non aggressivi. la scelta dei guanti e gli accorgimenti per le unghie

Lavarsi spesso le mani è il mantra che ci ha accompagnato in questi (primi) mesi di convivenza con il Covid-19. Consiglio giusto e assolutamente da seguire per limitare il contagio, ma con qualche effetto collaterale visibile proprio sulle nostre mani. «L’uso abbondante e frequente di saponi e disinfettanti, ma soprattutto dell’acqua, tende a disidratare e seccare l’epidermide, che quindi dobbiamo proteggere più del solito» avverte Piergiorgio Malagoli, responsabile di Dermatologia del Policlinico San Donato di Milano. «Se per la maggior parte delle persone si tratterà solo di un fastidio dato dalla cute più secca, per chi ha patologie come eczemi o psoriasi possono scatenare recidive».

Come possiamo limitare gli effetti dei lavaggi?
«Il primo passo è ridurre il contatto con l’acqua, che è proprio l’elemento irritante, e questo si può fare scegliendo detergenti a base di olio, senza tensioattivi e solfati, che non fanno schiuma e si eliminano facilmente. Va bene anche il classico sapone di Marsiglia, mentre i saponi liquidi sono più aggressivi. Questo vale per tutti ma soprattutto per i soggetti che hanno frequenti dermatiti e che in questo periodo dovrebbero limitare l’uso di creme cortisoniche, che predispongono alle irritazioni cutanee».

Meglio i gel o i saponi tradizionali?
«Dipende dal principio attivo e dagli emollienti che contengono. Di solito i gel igienizzanti contengono etanoli o disinfettanti forti come l’amuchina e sono fatti per restare sulla pelle, non devono essere risciacquati. Questo è un vantaggio perché limitano l’uso dell’acqua, ma uno svantaggio perché restano a lungo sulla cute e possono irritare. Bisogna scegliere in base alle circostanze (il gel ha più senso usato fuori casa), e alla situazione della propria pelle, dosando i prodotti in base all’eventuale irritazione».

Come evitare le irritazioni?
«Idratare spesso la pelle, anche dopo ogni lavaggio, con creme da banco, il più possibile semplici, senza profumi e additivi. Eviterei in questo periodo i prodotti fitologici perché contengono principi attivi di origine vegetale e molte piante possono dare allergie».


Anche i guanti usa e getta irritano?
«Per chi ha dermatiti, eczemi e psoriasi il consiglio è di usarli il meno possibile perché sono potenzialmente irritanti. I guanti esistono al lattice e in vinile, entrambi nella versione con e senza polveri, quest’ultima è da preferire per chi soffre di allergie».

Pure le unghie soffrono?
«Sì, anche la cheratina di cui sono composte risente dei prodotti aggressivi con cui laviamo frequentemente le mani. Per evitare irritazioni bisogna ricordarsi di massaggiarle spesso con la crema per le mani, ma soprattutto non bisogna privarle, come molte persone fanno nelle manicure scorrette, della pellicina che sigilla la matrice ungueale, che ha il compito di difendere dalle infezioni».

In questo periodo è fortemente sconsigliato stringerci la mano.
«È un gesto di saluto che fa parte della nostra cultura e quindi è normale che ci manchi, ma da un punto di vista igienico bisogna riconoscere che è un bel vantaggio. Attraverso una stretta di mano, infatti, possono passare anche virus e batteri, certo meno pericolosi del coronavirus, ma che possono provocare fastidiose infezioni come l’impetigine, le verruche, le infezioni fungine».
(Salute, Corriere)

LAVARSI BENE le MANI SALVA la VITA dalle INFEZIONI

Circa il 20-30% dei contagi ospedalieri sono considerati prevenibili da programmi di igiene e di controllo intensivo. Ogni anno coinvolti il 7% dei ricoveri ospedalieri. Il numero di decessi, come conseguenza diretta, è di almeno 37mila l’anno

Secondo i dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control, in Europa sono oltre 4 milioni i pazienti che contraggono ogni anno un’infezione correlata all’assistenza (Ica), circa il 7% dei ricoveri ospedalieri. Il numero di decessi, come conseguenza diretta di queste infezioni, è di almeno 37mila l’anno. Si tratta tuttavia di un problema che può essere in molti casi prevenuto con la progressiva diffusione di pratiche sicure: circa il 20-30% delle infezioni nosocomiali, infatti, sono considerate prevenibili da programmi di igiene e di controllo intensivo. Il lavaggio attento delle mani nelle strutture ospedaliere, infatti, oltre a essere un indicatore della qualità dei sistemi sanitari, riduce il rischio di infezioni correlate all’assistenza, in particolare diminuisce le infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, che rappresentano un grave rischio per la salute. La campagna mondiale Secondo l’Oms, il lavaggio attento delle mani negli ospedali, oltre ad essere un indicatore della qualità dei sistemi sanitari, è uno scudo contro la diffusione delle micidiali infezioni ospedaliere. Gli esperti dell’Oms ricordano che sono 5 i momenti fondamentali nell’assistenza al paziente in cui è necessaria un’igiene delle mani molto attenta: prima di toccare il paziente; prima di iniziare qualsiasi procedura; dopo aver toccato sacche o altri contenitori con i fluidi del corpo; dopo essere venuti in contatto con il soggetto e, infine, anche quando si è stati solo vicino al letto del paziente.

(Salute, Corriere)

DISINFETTARE LE MANI PUÒ AIUTARE A LIMITARE LA DIFFUSIONE DELL’INFLUENZA?

Gli studi per ora non sono conclusivi sull’efficacia dei dispenser con alcol nei luoghi pubblici. Lavare le mani con acqua e sapone resta un’importante strategia preventiva

È una delle prime regole che i genitori tentano di insegnare ai figli sin da piccoli. Ma è anche una di quelle che troppo spesso si tende a dimenticare: lavare le mani. Eppure è un’abitudine importantissima utile a prevenire la diffusione di influenza, batteri, virus. Non solo in ospedale, ma dappertutto. Non sempre però, quando si è fuori casa, ci sono acqua e sapone a disposizione. A volte poi subentra la pigrizia. Eppure, in vista della nuova stagione influenzale fra le strategie preventive utili per limitare la diffusione del virus c’è proprio anche la detersione frequente delle mani (le altre sono vaccinarsi, soffiare il naso o tossire in un fazzoletto per non mettere in circolo germi contagiosi, restare a casa dall’ufficio se si sta male).

LE RICERCHE Da tempo gli scienziati si stanno chiedendo se sia una misura efficace posizionare dispenser con disinfettanti per le mani nei luoghi pubblici (scuole, uffici comunali, impianti sportivi) per contenere la diffusione dell’influenza. In proposito la letteratura scientifica non è conclusiva. Uno studio condotto nel 2009 in college universitari ha dimostrato che l’igiene delle mani aggiunta all’uso delle mascherine per il viso non ha protetto di più dall’influenza rispetto al solo uso delle mascherine. Un’altra ricerca del 2014 nelle scuole elementari della Nuova Zelanda ha concluso che la fornitura dei disinfettanti non ha ridotto il tasso di assenteismo di alunni e insegnanti. Quindi la procedura non è utile? Non è detto. In altre ricerche è emerso che la pulizia delle mani con i disinfettanti ha ridotto il rischio di malattie respiratorie e gastroenteriti. Pochissimi studi sono però stati svolti durante epidemie di grandi dimensioni, quindi in realtà i potenziali benefici potrebbero essere anche maggiori.

I DUBBI «Sul tema la letteratura scientifica non è molto chiara — conferma Antonella Castagna, responsabile della Divisione Malattie Infettive all’Ospedale San Raffaele di Milano —. Non esiste una prova certa che la disponibilità di dispenser di disinfettanti alcolici nei luoghi pubblici possa costituire uno strumento efficace nella prevenzione dell’influenza. Resta il fatto che la procedura è certamente utile ed è provato che l’igiene delle mani previene le infezioni». Sebbene contrastare le infezioni negli ospedali non sia la stessa cosa che farlo nella comunità, proprio dai primi, dove medici e infermieri devono seguire precise procedure, può arrivare un’utile lezione. «Per l’igiene delle mani in ambiente sanitario è raccomandato prima l’uso di soluzione alcolica per almeno 20 secondi: il vantaggio è che uccide i microbi in modo immediato. In seconda battuta si lavano le mani con acqua e sapone, azione meccanica che rimuove lo sporco e in via indiretta anche virus e batteri».

COME REGOLARSI Ma fuori dagli ospedali come ci si può regolare? «Deve essere chiaro che la soluzione alcolica disinfetta, ma non pulisce. Non si può pensare di lavarsi le mani sporche con il disinfettante». Nel 2009, l’anno dell’influenza A, in molte amministrazioni comunali d’Italia si discusse dell’opportunità di installare dispenser con disinfettanti per limitare il contagio. Costi di installazione, manutenzione e l’assenza di letteratura scientifica univoca hanno impedito di portare avanti l’iniziativa. Resta certo che lavarsi le mani, anche solo con acqua e sapone è un gesto semplice e a costo quasi zero che però può dimezzare la diffusione di diverse malattie, anche gravi.

(Salute, Corriere)