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CHE COS’È LA LUCE BLU E PERCHÉ FA MALE AGLI OCCHI?

Lo smartphone è, ormai, un oggetto che fa parte della quotidianità di tutti, un oggetto indispensabile per essere sempre connessi con il mondo e vivere il presente. Abusare dello smartphone, tuttavia, può comportare dei rischi per la salute.


Le onde impiegate per i collegamenti alla rete che lo smartphone emette non sono sempre innocue, specie se ci si espone a un contatto prolungato. Tuttavia è anche sulla luce blu prodotta dallo schermo sulla quale negli ultimi anni si stanno conducendo numerosi studi.


Luce blu e occhio
Si chiama luce blu quella radiazione compresa tra i 380 e i 500 nanometri. È una forma di luce a cui si è esposti naturalmente durante il giorno, ma in quantità minori rispetto a quando si fissa lo schermo di uno smartphone o di un computer. L’occhio umano è abituato a essere esposto alla luce blu di giorno e reagisce di conseguenza. Se sottoposta a una fonte potenzialmente intensa, la pupilla tende a restringersi per regolare il flusso luminoso, tuttavia non è in grado di discriminare la natura della lunghezza di onda. Se il soggetto presta molta attenzione a ciò che esegue, l’ammiccamento – cioè il ritmico chiudersi delle palpebresi fa meno frequente. Questa condizione in cui gli occhi si chiudono con minore frequenza causa una sostanziale secchezza della superficie corneale. La differenza, che è di circa cinque volte in meno al minuto, rende le difese dell’apparato visivo più deboli. Inoltre la visione a una distanza ravvicinata, come quella del computer o dei cellulari, determina l’orientamento dei bulbi oculari in convergenza affinché entrambi osservino il medesimo campo. Quando protratta, questa condizione nei pazienti predisposti può causare disturbi del coordinamento oculare.

I sintomi e la sindrome da computer
Al problema della luce blu è legata la cosiddetta CVS (Computer Vision Syndrome), o sindrome da computer. La CVS è una sindrome molto diffusa tra le persone che passano molte ore sui dispositivi elettronici. È caratterizzata da prurito, arrossamento degli occhi, affaticamento, offuscamento e sdoppiamento della vista, bruciore, mal di testa frequenti e si estende anche ai dolori al collo. Nonostante i sintomi della CVS, che pure si presentano da paziente a paziente con differenti livelli di intensità, tendano a sparire dopo poche ore dalla fine del lavoro, la luce blu è dannosa, comunque, anche a lungo termine. La luce blu interferisce infatti con la produzione della melatonina, quando l’esposizione avviene durante la sera. La melatonina è un ormone che regola il ritmo sonno veglia dell’organismo, e per questo utilizzare per molto tempo dispositivi elettronici prima di dormire può provocare disturbi del sonno. Inoltre, la prolungata e costante esposizione è in alcuni casi caratterizzati da emissione di lunghezze di onda non controllati, in grado di danneggiare l’epitelio pigmentato retinico. Dato che questa parte dell’occhio svolge varie funzioni, tra cui quella di eliminare materiali di scarto depositati sulla retina, un suo danneggiamento comporta l’insorgere lesione all’epitelio pigmentato della macula, che talvolta influisce sulla vista in modo irreversibile.


L’importanza di un controllo dall’oculista
In particolare per chi lavora molte ore al computer, effettuare regolari controlli da uno specialista è un ottimo modo di tenere sempre sotto controllo la salute dei propri occhi.
(Salute, Humanitas)

COVID-19 E SALUTE DEGLI OCCHI, ECCO COME PROTEGGERSI IN ESTATE

Dall’uso delle visiere agli occhiali da sole, dai sintomi a cui fare attenzione all’importanza di recuperare i controlli o le terapie perse durante il lockdown

Sarà necessario andare al mare con la visiera sugli occhi per proteggersi dal contagio da coronavirus? È meglio abbandonare le lenti a contatto quest’estate? Dobbiamo sospettare l’infezione appena gli occhi si arrossano? Dopo il lockdown «Durante il confinamento a casa stimiamo che si siano saltati circa 250mila interventi chirurgici e oltre 3,5 milioni di visite oculistiche, inoltre è sceso del 90 per cento l’accesso in pronto soccorso per distacchi di retina — riferisce Matteo Piovella, presidente SOI —. In alcuni casi il danno è diretto, per esempio in chi ha avuto un distacco retinico e non è stato curato o nei pazienti che non si sono sottoposti a iniezioni intravitreali per una patologia oculare e per questo possono aver avuto un peggioramento della vista; lo stesso vale per chi avrebbe dovuto rimodulare le terapie, mentre in altri casi l’assenza di controlli può aver posticipato il riscontro di problemi. Tantissimi sono stati anche gli interventi rimandati: la maggior parte delle operazioni oculistiche non è in urgenza, ma per la salute degli occhi è opportuno che i pazienti tornino dal medico appena possibile, con la massima fiducia. In estate Sì, quindi, alla ripresa degli usuali controlli ma anche a una maggiore attenzione alla salute oculare: quest’estate dovremo convivere con il virus ancora in circolazione e gli occhi sono un target del virus, che può manifestarsi anche con la congiuntivite, oltre che una porta d’ingresso per il contagio. Significa che dovremo andare in spiaggia con le visiere? «Le mascherine sono il principale presidio di protezione, utili a evitare il contatto con le goccioline che sono il maggior veicolo del virus. Ciò che più conta in realtà è non toccarsi gli occhi con mani che potrebbero essere venute a contatto col virus: sì agli occhiali da sole, per proteggere gli occhi anche dai raggi in spiaggia, e sì agli occhiali da vista. Che in questo periodo vanno preferiti alle lenti a contatto, se riescono a correggere adeguatamente il difetto visivo: le lenti vengono inevitabilmente manipolate e chi volesse comunque portarle, quindi, deve fare attenzione a lavare le mani molto bene e scegliere le lenti monouso. Inoltre, attenzione a toccare le lenti a contatto o gli occhi con mani pulite con gel igienizzanti a base di alcol, sono prodotti molto irritanti».

La congiuntivite è uno dei sintomi del Covid-19 in una piccola percentuale di pazienti, come distinguerla da una congiuntivite di altra natura?
«Le congiuntiviti batteriche sono quasi sempre a carico di entrambi gli occhi e provocano la caratteristica secrezione appiccicosa che al mattino quasi impedisce di aprire gli occhi, quelle allergiche sono bilaterali, fanno lacrimare e in genere sono ricorrenti —. Le congiuntiviti virali invece possono essere a un solo occhio e di solito c’è scarsa lacrimazione; è difficile distinguere se si tratti di SARS-CoV-2 o di un altro virus, per cui in caso di congiuntivite è bene farsi visitare appena possibile per capirne il motivo».
(Corriere, Salute)