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“Fare SPORT di Giorno Aiuta a Dormire Bene di NOTTE”, Vero o Falso?

Alcuni credono che fare sport di giorno aiuti a dormire bene di notte. Vero o falso?

VERO: Fare sport di giorno, ma non di sera prima di andare a dormire soprattutto se si tratta di sport ad alta intensità, aiuta a dormire bene durante la notte perché fare sport così come seguire sani stili di vita, aiuta a mantenere in salute la nostra “macchina” e quindi anche a dormire bene normalmente. Quello che facciamo durante il giorno si riflette sempre sul sonno di notte. Dormire bene quindi dipende anche dallo sport che si fa durante il giorno perché lo sport, così come mangiare bene, evitare il fumo di sigaretta e non solo prima di andare a dormire, fa funzionare meglio l’organismo, favorisce l’eliminazione delle tossine, promuove l’elasticità dei muscoli oltre a mantenere in salute l’apparato cardiovascolare. Se fare sport la sera è però sconsigliato perché tende a rende più difficile il dormire bene, fare attività fisica come il tai-chi che prevede movimenti rallentati, oppure lo yoga che permette anche di rilassarsi oltre a tonificare e rendere elastici i muscoli, sono invece consigliabili soprattutto per chi soffre di insonnia e fa fatica a rilassarsi. Quindi va bene qualunque tipo di sport praticato durante il giorno, corsa, tennis, nuoto, calcetto per esempio, perché aiuta a costruire il buon sonno in modo naturale ogni giorno.”
(Salute, Humanitas)

“DIMAGRIRE, fare sport a Stomaco Vuoto aiuta a perdere peso”, VERO o FALSO?

Tra fare sport a digiuno oppure dopo aver mangiato cibo energetico per affrontare l’esercizio, gli sportivi sono ancora indecisi. Tuttavia, molte persone pensano che l’attività fisica a stomaco vuoto sia più efficace per perdere peso e smaltire qualche chilo di troppo. Vero o falso?

VERO Nonostante non ci siano ancora risultati certi e definitivi, nuove ricerche sembrano dimostrare che fare attività fisica a stomaco vuoto sia efficace per perdere peso –. Secondo uno studio, fare movimento dopo un’abbondante colazione ricca di carboidrati, come biscotti, fette biscottate, pane o cereali, non avrebbe gli stessi effetti sul tessuto adiposo rispetto all’attività fisica svolta a digiuno. Questa differenza è dovuta probabilmente al fatto che, dopo una colazione ricca, l’energia necessaria per lo sforzo fisico viene ricavata dai carboidrati appena introdotti, mentre le riserve di grasso non vengono intaccate. Se invece lo sforzo fisico avviene a stomaco vuoto, l’energia necessaria verrà presa dalle riserve adipose e in eccesso, grazie anche al più favorevole quadro ormonale caratterizzato da bassi livelli di insulina, condizione che favorisce la lipolisi.
Quindi, per dimagrire o per mantenersi in forma, sembra che l’attività fisica a digiuno, praticata con regolarità, sia quella più indicata, tenendo sempre però conto dello stato di salute individuale, la durata e l’intensità dell’attività fisica che si intende svolgere. Ad es., bambini e diabetici dovrebbero sempre consumare una merenda leggera, composta da un frutto, dei grissini o crackers integrali, uno yogurt o frutta secca, prima dell’attività fisica.”
(Salute, Humanitas)

ATTIVITÀ FISICA: mai superare i 130 battiti al minuto

E’ importante praticare esercizi semplici, e non voler raggiungere il massimo della performance in poco tempo.

Dobbiamo allenare anche il nostro apparato cardiocircolatorio e controllare la frequenza cardiaca – raccomanda Roberto Pozzoni, (Ist. Ortopedico Galeazzi Milano). – Una frequenza cardiaca che ci permette di fare un lavoro di tipo aerobico è sui 120/130 battiti al minuto, è quindi bene non andare mai oltre questa soglia». La prima settimana di ripresa, meglio dire di adattamento, è molto importante. Se si riesce a raggiungere con regolarità il mese di attività, sarà molto più difficile abbandonare. Dal momento che lo sport non serve solo a perdere o mantenere il peso, ma a migliorare il battito cardiaco e la respirazione, a purificare il sangue, a eliminare le tossine e a liberare le tensioni. Un’astuzia per non mollare consiste nel variare spesso l’attività. Nel momento in cui ci rimette a fare sport sul serio è anche opportuno predisporre un piccolo kit di primavera per essere già pronti nel caso insorga un piccolo problema.

GLI IMPREVISTI
Per far fronte a eventuali infortuni (strappi, contusioni) meglio avere a portata di mano prodotti da banco ad azione antinfiammatoria e analgesica sia per uso locale (cerotti, gel, pomate) che sistemico (bustine o cpr). I dolori legati alla contrazione di un muscolo o di un gruppo di muscoli possono essere conseguenza di uno sforzo eccessivo o di un trauma. Per ridurre il rischio è bene sempre massaggiare i muscoli delle gambe con soluzioni in grado di ridurre il rischio di contratture. «Avvertire un dolore dopo uno sforzo fisico è normale, i muscoli vanno in acidosi – e l’acido lattico non si riassorbe prima di 48/72 ore. Se superati i tre giorni il dolore persiste, diventa però necessaria una visita medica».
(Salute, Focus)

COSA SUCCEDE AL CUORE QUANDO SI FA ATTIVITÀ FISICA?

Lo dicono tutti i medici: fare attività fisica fa bene al cuore. Ma cosa succede al cuore quando si corre o si cammina a passo svelto?

Che praticare esercizio fisico aerobico abbia effetti benefici sulla prevenzione e la riduzione del rischio cardiovascolare è ormai un fatto noto da anni, anche se i meccanismi non sono sempre conosciuti e potrebbero derivare da numerosi fattori, ormonali, meccanici, locali e sistemici – . Quando si fa esercizio fisico con continuità e costanza, ma soprattutto se si pratica un’attività aerobica come la corsa, camminare a passo svelto, o passeggiare in montagna, a livello cardiaco aumenta la formazione locale e anche sistemica, cioè in tutto il sistema cardiocircolatorio incluse arterie, vene e capillari, di un fondamentale vasodilatatore, il nitrossido di azoto (NO), che favorisce la vasodilatazione arteriosa, cioè la dilazione delle pareti delle arterie, aiutando quindi anche la diminuzione dei valori della pressione.

Inoltre, l’attività fisica costante provoca una diminuzione della frequenza cardiaca a riposo, cioè quando non si svolge alcune attività fisica, con il conseguente calo del consumo di ossigeno miocardico e calo della pressione arteriosa sistemica, mentre fornisce un aumento della gittata cardiaca e della forza di contrazione miocardica. Per questi motivi l’esercizio fisico aerobico è importante sia nel soggetto sano, sia nel paziente cardiopatico a cui è raccomandata come terapia non farmacologica per la gestione della malattia cardiaca.
(Salute, Humanitas)

ANNO NUOVO: I “NUOVI” BUONI PROPOSITI

Il 2020 è stato un anno difficile, strano e, per molti, da dimenticare.

L’epidemia COVID-19 ci ha presi alla sprovvista e ci ha costretti a ricalibrare notevolmente il nostro modo di vivere perché molte delle nostre certezze sono andate perse. Insieme al dottor Francesco Cuniberti, specialista del Centro per i disturbi d’ansia e di panico di Humanitas San Pio X, vediamo qualche consiglio per affrontare il nuovo anno.

Gennaio è il mese dei buoni propositi
Abbiamo bisogno di un nuovo inizio, e come ogni gennaio è facile desiderare un cambiamento del proprio stile di vita, magari associando una lista di buoni propositi. «Molte persone stilano liste di buoni propositi ogni inizio gennaio, inserendo gli obiettivi che vorrebbero raggiungere da lì alla fine dell’anno», spiega lo specialista. «Inoltre, i più organizzati definiscono delle vere e proprie mappe mentali, che aiutano a raggiungere gli step necessari per tagliare i vari traguardi prefissati. Tuttavia, spesso queste liste si trasformano in motivo di mortificazione, soprattutto a causa del fatto che molti di questi obiettivi non sono facili da raggiungere. Per questo penso sia importante proporre un altro tipo di lista di buoni propositi, meno punitivi nei nostri confronti e più a portata di mano, perché mai come quest’anno, un anno si spera di ripartenza, è fondamentale ritrovare la serenità perduta».

Qualche chilo di troppo non deve farci sentire in colpa
Tra i primi desideri di gennaio c’è spesso quello di rimettersi in forma: c’è chi si prefigge di dimagrire e chi vuole porre maggior attenzione a ciò che mangia, anche a seguito delle festività che in genere ci portano a mangiare in modo diverso (e di più) rispetto al resto dell’anno. Ora, al di là di situazioni patologiche di obesità e sovrappeso – che richiederebbero l’aiuto di uno specialista -, l’avere qualche chilo di troppo non deve farci sentire in colpa con noi stessi. Cerchiamo di volerci un po’ più bene e prenderci cura di noi, tenendo conto che “Il numero sulla bilancia non ci definisce”. Se ci sentiamo a disagio con noi stessi, con il nostro aspetto e con il nostro peso, possiamo comunque consultare uno specialista e avviare un percorso dedicato. Concedersi ogni tanto qualche “cosa di sfizioso” però, deve essere vissuto come una gratificazione per se stessi e non un pesante fardello di colpa per aver trasgredito. Decido di concedermi qualcosa, lo stabilisco così da essere consapevole della decisione e di come, nei giorni successivi, riprendere il corretto regime alimentare.

L’attività fisica è importante, ma che sia proporzionata
Dedicarsi all’attività fisica è importante, ed è bene farlo con gradualità, nel rispetto del proprio corpo e delle proprie possibilità, magari parlandone prima con il proprio medico. «Se non si è allenati, è meglio iniziare facendo qualche camminata a passo sostenuto in più, anche da soli ascoltando della buona musica e sfruttando l’occasione per riflettere e liberare la mente dall’ansia eccessiva accumulata», continua l’esperto. Prendersi momenti per sé: ogni tanto, perché no? «Quante volte ci siamo “autoflagellati” perché abbiamo perso tempo, o perché non siamo stati “produttivi”? Anche in questo caso il senso di colpa potrebbe rovinare un momento per quello che è, ossia la richiesta del nostro corpo di fermarci e riposarci. Ogni tanto, quindi, il mio invito è quello di ascoltarci. Un pomeriggio trascorso a guardare un film sul divano o un sonnellino in più potrebbero rendere decisamente più produttivi i momenti di lavoro, proprio perché ci siamo goduti un bel momento per noi».

Iniziare tanti hobby nuovi? Ne basta uno, purché ci piaccia
«Imparare a suonare uno strumento o a dipingere a olio, dedicarsi alla cucina oppure ad altre passioni ormai archiviate nel dimenticatoio. Sono infinite le nuove attività che possiamo avere voglia di fare a gennaio. Il problema è che spesso poi l’energia passa e non vengono continuate nel tempo abbandonandole dopo poche settimane, e magari ci troviamo la casa piena di cianfrusaglie che accantoniamo in un angolo e occupano spazio fisico – e mentale», continua l’esperto. «Meglio concentrare le energie in un’unica attività, per cominciare, purché ci piaccia moltissimo e ci dia soddisfazione e ci aiuti a staccare dalle difficoltà quotidiane». (Salute, Humanitas)

ATTIVITÀ FISICA, FARLA SOLO NEL WEEKEND BASTA?

Gli sportivi del weekend possono stare tranquilli: fare attività fisica solo il fine settimana, nel rispetto delle linee guida internazionali, è comunque benefico.

A suggerire un’associazione tra questo modo di fare attività fisica e la riduzione della mortalità è uno studio pubblicato su Jama Internal Medicine. I ricercatori hanno messo a confronto le abitudini di 63.591 individui di almeno 40 anni di età.

Il team ha identificato diversi profili:
1. i sedentari,
2. chi svolgeva attività fisica regolarmente nell’arco della settimana
3. i cosiddetti weekend warriors, i guerrieri del fine settimana, ovvero chi svolgeva 150 minuti di attività fisica a intensità moderata o 75 a intensità più vigorosa in una o due sessioni tra sabato e domenica (o comunque in una o due occasioni a settimana). 150 o 75 minuti sono le soglie raccomandate dalle linee guida internazionali.


MORTALITÀ PIÙ BASSA TRA GLI SPORTIVI REGOLARI
Rispetto agli inattivi, tra i weekend warriors il rischio di mortalità generale era più basso del 30%, quello per malattie cardiovascolari del 40% e quello per cancro del 18%. Le riduzioni del rischio, però, erano simili tra questi sportivi e gli individui che, sebbene attivi, non rispettavano i livelli di attività fisica settimanali raccomandati. Secondo alcuni dati, infine, i rischi di mortalità erano più bassi tra chi si allenava regolarmente. Lo studio, presenta delle limitazioni: la popolazione analizzata non è perfettamente rappresentativa e i dati sull’attività fisica sono stati autoriferiti e quindi suscettibili di errore. In ogni caso, concludono, non è emerso alcun rapporto di causalità fra livelli di attività fisica e riduzione della mortalità.

ESSERE O DIVENTARE WEEKEND WARRIOR È UNA BUONA SOLUZIONE PER FARE ATTIVITÀ FISICA?
«Fare attività fisica una volta a settimana a intensità maggiore è vantaggioso per la salute a patto che l’individuo sia in salute e allenato», risponde la prof.ssa Daniela Lucini, resp. della Sezione di Medicina dell’Esercizio dell’ospedale Humanitas. «Se l’apparato muscoloscheletrico è in forma, non si soffre di disturbi come anche un semplice mal di schiena, allora è possibile concentrare la quantità settimanale di attività fisica in una sola occasione. Anche l’età è un fattore di cui tener conto, ma la condizione necessaria e sufficiente per fare attività fisica in questo modo – è quella di godere di una buona salute cardiorespiratoria e muscolo-articolare». Lo studio suggerisce, tuttavia, che il rischio di mortalità era più basso in chi si allenava regolarmente: «L’ideale sarebbe suddividere i 150 o 75 minuti nell’arco della settimana in modo tale da mantenere attivo il metabolismo sempre, abituando l’organismo al movimento costante. Fare attività fisica in questo modo è più vantaggioso in alcuni situazioni come, ad es., per chi è affetto da diabete per cui è consigliabile controllare la glicemia con un movimento che sia quotidiano».

IL MESSAGGIO DA MEMORIZZARE È: “MUOVETEVI!”
«La quantità di attività fisica può essere modulata a seconda delle esigenze per raggiungere le soglie raccomandate ma anche sotto questi livelli va bene. Qualsiasi cosa in più della sedentarietà è sempre ben accetto: anche una camminata a passo veloce una volta a settimana va bene sebbene le ricadute in termini di prevenzione cardiovascolare siano poco rilevanti».
(Salute, Humanitas)

Troppe ore al pc? Stacca un po’ e Muoviti!

Stare ore davanti al computer non ti fa bene, ma basta poco per compensare il troppo tempo che resti attaccata alla scrivania: ora non hai più scuse.

La pandemia e il lockdown hanno anche avuto questo effetto: siamo sempre al cellulare e/o al computer. Certo, non siamo mai stati un popolo di sportivi ma adesso il telelavoro ci ha davvero dato la botta finale.

Tutti con mal di schiena, cervicale e affini?
Un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine ha calcolato quanto tempo dedicato al movimento potrebbe farci sentire meglio sia nel corpo che nella psiche: basterebbero 30-40 minuti di allenamento «moderato o vigoroso» al giorno per compensare gli effetti negativi di circa 10 ore passate alla scrivania.

ALZATI E CAMMINA
I risultati di un’analisi hanno evidenziato che il rischio mortalità dei più sedentari aumentava con il diminuire dell’attività fisica e che, al contrario, i più attivi riuscivano tramite l’esercizio fisico ad annullare gli effetti negativi delle ore passate seduti. Biciclettate, camminate veloci e anche (per i fortunati che hanno un giardino) giardinaggio: poco più di mezz’ora al giorno di attività di questo tipo migliorerebbe notevolmente la salute del nostro fisico provato da ore di telelavoro. Vi sembra troppo? Iniziate con pochi minuti perché «muoversi un po’ è sempre meglio che non muoversi affatto».

LA OMS CONFERMA
L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia agli adulti dai 18 ai 64 anni di praticare dai 150 ai 300 minuti a settimana di attività fisica aerobica moderata, o dai 75 ai 150 minuti di attività fisica aerobica intensa, limitando quindi il più possibile i momenti di sedentarietà. Ce la faremo ad alzarci dalla sedia e a staccarci dallo schermo?
(Salute, Focus)

FARE ESERCIZIO PIÙ DI 3 VOLTE A SETTIMANA RIPULISCE LE ARTERIE

Dalle 2 alle 3 volte a settimana è sufficiente solo a liberarne alcune: fare esercizio più di 4 volte alla settimana invece sarebbe in grado ripulire letteralmente le arterie.

Che l’esercizio fisico facesse bene al cuore e alla circolazione era risaputo. Secondo uno studio la differenza la farebbe un allenamento molto più frequente.

FARE ESERCIZIO: I BENEFICI PER IL CUORE
Bisognerebbe esercitarsi 4 o 5 volte alla settimana nel corso della vita per frenare il progressivo e naturale irrigidimento delle arterie principali che portano il sangue al cuore. Qualsiasi forma di esercizio infatti riduce il rischio di problemi cardiaci. Ma la giusta quantità di esercizio fisico al momento giusto nella vita potrebbe invertire l’invecchiamento del cuore e dei vasi sanguigni. Lo studio, pubblicato su The Journal of Physiology, ha esaminato l’attività fisica di 102 persone intorno con più di 60 anni, mettendola in relazione con la rigidità delle loro arterie e dimostrando che si può invertire il rischio cardiaco con l’esercizio. I ricercatori hanno scoperto che le persone che si erano esercitate 4 o 5 volte alla settimana (30 min. per sessione) per tutta la vita avevano arterie centrali, quelle che forniscono sangue al torace e all’addome, più sane. Due o tre sessioni di allenamento a settimana, invece, hanno mantenuto solo alcune arterie in salute.

Il PARERE di HUMANITAS
“L’ideale sarebbe andare a correre almeno 3 volte alla settimana per mezzora ad un ritmo di 10 km all’ora: certo, per fare questo serve preparazione, non ci si può improvvisare. Alle persone non allenate o in presenza di alcune patologie che non permettono di fare della corsa il proprio sport il consiglio è quello della camminata veloce almeno mezz’ora al giorno, ma più di 4 volte alla settimana, altrimenti non vi sono gli effetti benefici”.
(Humanitas)

CUORE: i 4 Comandamenti per mantenerlo Forte e Sano

Per prevenire le malattie cardiovascolari è importante non fumare, fare attività fisica, seguire una dieta sana, andare dal medico in tempo.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) lo dice chiaramente, le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte al mondo e in Italia: il 44% di tutti i decessi. È infatti il sistema cardiocircolatorio, formato dal cuore e dai vasi sanguigni, che porta ossigeno e nutrienti a ogni cellula del corpo e che, al tempo stesso, porta via i rifiuti, ovvero le sostanze di scarto prodotte, fra cui l’anidride carbonica.

PREVENZIONE FIN DA GIOVANI.
I fattori di rischio per ictus, infarto e per le altre patologie cardiovascolari dipendono solo in parte dai geni, ma è anche vero che i componenti di uno stesso gruppo familiare tendono spesso a condividere gli stili di vita che, se sono sbagliati, favoriscono ictus e infarti. I cardiologi, lo ripetono sempre: non è mai troppo tardi per decidere di essere sani. Ecco, quindi, l’importanza di seguire, fin dalla giovane età, uno stile di vita che mantenga in salute il sistema cardiovascolare e quindi (anche) noi.
Per fare prevenzione basterebbe adottare quattro regole:
1. seguire una dieta sana ed equilibrata;
2. praticare un’attività fisica regolare,
3. non fumare e bere poco alcol;
4. fare controlli ed esami medici in tempo.

RESTARE MAGRI.
La forma fisica è fondamentale: il girovita negli uomini non dovrebbe superare il metro, quello delle donne gli 88 cm. Per es., la donna a mela, ovvero quella con il grasso attorno all’addome, ha un rischio cardiovascolare elevato. Bisogna quindi seguire una dieta sana ed equilibrata, e l’ideale è la mediterranea: tanta frutta, verdura e pesce, legumi, cereali integrali. Poco sale, grassi, dolci. Carne bianca (pollo, coniglio, tacchino) al posto di quella rossa.

FARE SPORT.
Almeno mezz’ora al giorno di attività fisica riduce di un quarto il rischio di malattie cardiache. I 30 minuti possono anche essere diluiti nel corso della giornata ma è davvero importante la regolarità. Ovviamente, chi non è allenato non dovrebbe sottoporre il proprio fisico a sforzi eccessivi senza aver fatto un controllo medico preventivo. Per la circolazione, inoltre, è utile non restare seduti lungo. Chi fa un lavoro sedentario e resta inchiodato alla scrivania per ore, dovrebbe per es. tenere le gambe leggermente rialzate da un poggiapiedi, e alzarsi ogni tanto per sgranchirsi le gambe.

NON FUMARE (E POCO ALCOL).
Il fumo contiene circa 4.800 sostanze chimiche e molte di queste danneggiano il cuore e i vasi. Infatti, la probabilità di contrarre una malattia cardiovascolare diminuisce già un anno dopo aver smesso di fumare. E poi attenzione all’alcol: la dose consigliata è di un bicchiere di vino al giorno, due per gli uomini. Gli adolescenti,soprattutto le ragazze, non dovrebbero berlo: non hanno ancora sviluppato gli enzimi per metabolizzarlo.

DAL MEDICO (IN TEMPO).
Mal di testa, anomalie del ritmo cardiaco, vampate di calore, ansia e sensazione di sbandamento: sono i segnali del corpo da non sottovalutare mai. Per questo è bene andare dal medico di fiducia per esami e controlli specifici una volta all’anno a partire dai 35 – 40 anni di età. Tra l’altro la tiroide delle donne, dopo la menopausa, può impazzire: attenzione quindi a improvvisi cali o aumenti di peso perché la tiroide che funziona male predispone alle malattie cardiovascolari.
(Humanitas)

PER LA SALUTE DELLA PROSTATA UNO STILE DI VITA DAVVERO SANO FA LA DIFFERENZA

Per il cibo non esistono divieti assoluti. La parola-chiave è «buon senso», che invita a seguire una dieta variegata, ricca in frutta, verdura, pesce e povera di grassi

Alimentazione, attività fisica, stili di vita.
La salute maschile passa anche da qui. E poiché l’ingrossamento della ghiandola prostatica è un fatto naturale e inevitabile, sarebbe bene che tutti gli uomini seguissero pochi semplici regole che possono aiutarli almeno a ritardare e arginare la comparsa di problemi.

Idratazione adeguata ma poco alcol
«Fare regolarmente movimento e una manciata di buone abitudini quotidiane contribuiscono a migliorare i disturbi minzionali —: è importante un’adeguata idratazione (due litri di acqua al giorno), così come evitare superalcolici e pranzi troppo abbondanti. Vino e birra sono ammessi con moderazione, così come gli aperitivi: gli eccessi, specie quelli con le bevande alcoliche, fanno sempre male. Ma se non si beve a sufficienza, aumenta la concentrazione delle urine che crea un habitat ideale per le infezioni batteriche.
Un modo molto semplice per regolarsi è guardare il colore delle proprie urine:
– se sono giallo intenso o arancioni è segno che sono troppo concentrate e bisogna bere di più;
– se giallo paglierino o tendenti al bianco, invece, nessun problema, significa che stiamo assumendo la giusta dose di liquidi

A tavola
È meglio non esagerare nel consumo di tutto ciò che interferisce con gli equilibri ormonali e altera la diuresi. «Spezie piccanti (pepe, caffè, crostacei e alcolici sono considerati “afrodisiaci”, ma in realtà infiammano la ghiandola prostatica creando un artificiale impulso al coito —. Non fanno quindi bene, specie a chi già soffre di frequenti irritazioni nell’area. E a proposito d’infiammazione bisogna ricordare che intestino e prostata, per via della loro vicinanza anatomica, sono in grado d’influenzarsi reciprocamente in negativo quando uno dei due è “disturbato”. Stipsi cronica e diarrea possono infastidire la ghiandola, aggravando disturbi minzionali dovuti a prostatite e ipertrofia: conquistare una buona puntualità del proprio intestino è quindi una strategia assai utile.

Sbalzi di temperatura
Attenzione, poi, agli improvvisi passaggi caldo-freddo o viceversa. Per chi ha una forma ostruttiva di ipertrofia è utile schivare gli sbalzi di temperatura: soprattutto il raffreddamento improvviso dovuto all’aria condizionata può aggravare la situazione e provocare una ritenzione acuta d’urina con la necessità di ricorrere al catetere per disostruire l’area.

Fumo
Altro aspetto determinante e poco noto ai diretti interessati sono i problemi provocati dal tabacco nell’area genitale: il fumo può causare disfunzione erettile e impotenza nei maschi. «I danni ai vasi sanguigni causati dal fumo si ripercuotono anche sulla salute sulla capacità di erezione del pene, che è un organo molto vascolarizzato e che dipende per la sua funzionalità proprio da un corretto afflusso di sangue —: quando questo è ridotto, o la pressione è insufficiente, possono presentarsi problemi di disfunzione erettile. Nell’uomo, poi, il fumo riduce la qualità del liquido seminale compromettendo la motilità degli spermatozoi e riducendo la loro capacità di fecondare l’ovocita femminile».

Attività sportiva
Veniamo al capitolo sport: «Praticare attività fisica regolarmente, anche solo una camminata di 30 minuti al giorno, è un toccasana. Gli sport con prevalente movimento delle gambe (come corsa e nuoto) hanno effetto decongestionante. Solo, per chi soffre di prostatite, meglio limitare la bici, che favorisce microtraumi perineali che possono accentuare l’infiammazione prostatica. Che gli uomini con ipertrofia, con difficoltà anche notevoli a urinare, non possano pedalare è una leggenda metropolitana. Solo è meglio usare la sella con il buco centrale e pantaloncini ad hoc (pelle di daino e protezione perineo) per chi fa attività prolungata, mentre in città va benissimo quella imbottita. Anche moto, equitazione e canottaggio sollecitano molto il pavimento pelvico e possono infiammare la prostata, per cui è consigliabile l’uso di equipaggiamenti specifici».

Attività sessuale
Non c’è alcuna controindicazione anche all’attività sessuale che non solo non è nociva, ma se praticata con regolarità e senza eccessi (quali coiti interrotti, ripetuti in breve tempo o eiaculazione volutamente ritardata a lungo) ha effetti benefici. L’astinenza prolungata, infatti, provoca il ristagno delle secrezioni nella ghiandola prostatica favorendone la congestione e quindi possibili infezioni e infiammazioni.
(Salute, Corriere)