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QUALI SONO GLI EFFETTI COLLATERALI
DELLA CAFFEINA?

La caffeina è una sostanza naturale in grado di stimolare il sistema nervoso centrale facendo sentire chi l’assume più lucido e meno stanco.

Come è noto, la principale fonte di caffeina è il caffè. È importante sapere quanti caffè possiamo consumare al giorno e in generale capire se l’eccesso di caffeina possa avere degli effetti collaterali.

Troppa Caffeina: gli Effetti Collaterali
Oltre al caffè, la caffeina che si assume deriva da bevande a base di cola e dal tè: di norma l’effetto stimolante avviene dopo circa 15/30 minuti, può durare alcune ore, e per smaltirlo sono necessarie circa 2-4 ore, a seconda di parametri quali Il peso corporeo, lo stato di salute del fegato, l’età, il genere. Gli effetti collaterali possono essere sia a breve, sia a lungo termine, e conoscerli è importante per evitare di eccedere con l’assunzione di caffeina. La caffeina è sconsigliata per coloro che soffrono di ulcera peptica o gastrite in quanto aumenta il livello di acidità nello stomaco; Poiché è in grado di facilitare la Motilità Intestinale, la caffeina andrebbe limitata anche per coloro che soffrono di colite. Chi invece soffre di stipsi, invece, potrebbe trovarvi un alleato; Proprio a causa della sua attività stimolante, la caffeina potrebbe causare disturbi al sistema nervoso centrale, dai disturbi del sonno, all’ansia, alla difficoltà nell’addormentamento, ai risvegli notturni. Se poi è associata a stili di vita scorretti, al fumo o allo stress, i suoi effetti negativi possono risultare amplificati . “Il caffè in realtà sarebbe consigliato soltanto a coloro che si trovano in buona salute. Sconsigliato, invece, per coloro che soffrono di ansia e nel caffè cercano un sostegno psico-fisico per affrontare la quotidianità. Bere molti caffè, infatti, può aumentare la frequenza cardiaca con conseguente tachicardia, uno dei sintomi che più preoccupa la persona ansiosa e che contribuisce a peggiorare la situazione. Meglio, quindi, moderare il consumo di caffè in periodi di stress intenso, limitandosi ad assumere un caffè a colazione” . Il caffè, inoltre, può interferire sull’assorbimento di ferro e calcio. Le persone che soffrono di osteoporosi, le donne con anemia sideropenica o in menopausa dovrebbero per questo moderare il consumo di caffè a massimo due tazzine al giorno. Per lo stesso motivo sarebbe meglio diminuirne l’assunzione in caso di gravidanza, così da favorire l’assorbimento corretto dei nutrienti.

Quanta caffeina c’è nel caffè?
In media, il contenuto di caffeina nel caffè è:
espresso 60-120 mg;
caffè preparato con la Moka (35-50 ml) 60-120 mg;
caffè americano (100 ml) 95-125 mg.

Secondo l’EFSA (European Food Safety Authority) gli adulti possono assumere senza problemi fino a 200 mg di caffeina. Tuttavia, se consumate poco prima di dormire, dosi singole di circa 100 mg possono avere un’incidenza sulla qualità del sonno. Il consiglio è quindi di assumere caffeina nelle prime ore della giornata, evitando di andare oltre le ore 15. Iniziare la giornata con una colazione abbondante può essere un’ottima soluzione per partire con la giusta energia. Ad es., si potrebbe mangiare uno yogurt da abbinare a cereali integrali e frutta secca come mandorle e noci, ottime fonti di magnesio, capaci di conferire la giusta dose di energia. La vitamina C, presente in molta frutta come agrumi, fragole, ribes, kiwi, è ottima come rinforzo del nostro sistema immunitario, ma è anche indispensabile per la sintesi dei nostri ormoni surrenalici (Cortisolo). Quindi una spremuta di arance potrebbe essere una buona alternativa al caffè come spuntino energetico di metà mattina.
(Salute, Humanitas)

QUALI SONO I SINTOMI DELLA GASTRITE?

Quando abbiamo mal di stomaco, o soffriamo di bruciore e reflusso, talvolta tendiamo a dare la colpa alla “gastrite”, spesso in maniera erronea. Non tutti sanno però cosa sia, di preciso, la gastrite, come si manifesti o come si possa contrastare.

Cos’è la gastrite? La gastrite è l’infiammazione della parete interna dello stomaco. Spesso è causata da un batterio, l’Helicobacter Pylori, ma anche da altri fattori, come ad esempio alcuni farmaci (tra i quali l’aspirina o alcuni antidolorifici) o l’abuso di alcol. Lo stress può essere uno dei fattori di rischio più comuni nella comparsa di questa patologia. Chi ha patologie della tiroide, può sviluppare una gastrite associata a questo. La gastrite può essere acuta, comparendo improvvisamente, o cronica, sviluppandosi lentamente e perdurando nel tempo. È molto importante non sottovalutare i sintomi: se trascurata, può portare alla formazione di ulcere, sanguinamenti e lacerazioni dello stomaco.

I sintomi della gastrite
La cosa interessante della gastrite è che, contrariamente a quanto si creda, non ha sintomi peculiari. Nelle forme acute possiamo riscontrare bruciore o dolore localizzati alla parte alta dell’addome, che peggiorano solitamente entro un’ora dal pasto. Se il bruciore aumenta prima dei pasti, per calmarsi con il pasto stesso, è più probabile che ci troviamo di fronte al Reflusso Gastroesofageo, piuttosto che alla Gastrite. In ogni caso, è bene parlarne con un medico, se i disturbi durano più di un paio di settimane.

Come trattare e diagnosticare la gastrite?
La gastrite si può diagnosticare, nei soggetti giovani, sulla base dei sintomi e con la ricerca del batterio dell’Helicobacter Pylori. Si può ricercare con un test fecale, nel sangue oppure con il test del respiro. Per i soggetti che hanno superato i 45 anni e che presentano sintomi, oppure in coloro che hanno un familiare giovane che ha avuto cancro dello stomaco, o ancora giovani in cui la terapia specifica non ha funzionato, è indicata l’EGDS, ossia l’Esofago – Gastro – Duodenoscopia. Una volta che la gastrite è confermata, si può ridurre l’acidità gastrica con alcuni farmaci specifici (inibitori della pompa protonica), oppure con Antiacidi che “Tamponano” temporaneamente l’acidità. Questi ultimi, associati a farmaci che aumentano lo svuotamento dello stomaco, sono utili anche nel caso di gastriti dovute alla risalita della bile nello stomaco. Se il medico li prescrive, si possono assumere degli antibiotici, come l’Amoxicillina o la Claritromicina, che si utilizzano per eliminare l’infezione da Helicobacter Pylori.

Gastrite: cosa mangiare o non mangiare?
Non è necessario seguire una dieta specifica in caso di gastrite. A livello di buon senso, però, possiamo consigliare di evitare quei cibi che causano eccessiva acidità di stomaco, come i fritti, il caffè, il tè, gli alcolici, bevande gassate o molto calde, che possono danneggiare o peggiorare l’infiammazione della parete interna gastrica. Oltre all’alimentazione, si consiglia di evitare il fumo e di incrementare l’attività fisica, grande alleata contro lo stress. Anche mantenere un costante e regolare ciclo sonno-veglia aiuta a migliorare significativamente i disturbi.
(Salute, Humanitas)

PANCIA ed EMOTIVITÀ: sai come prevenire SOMATIZZAZIONE e GONFIORE?

Per alcuni è la parte più sensibile del corpo, quella più soggetta allo stress e ai disturbi nervosi e al gonfiore.

La “pancia”, quell’area che si trova secondo fra il ventre e la parte alta dell’addome, è spesso il luogo in cui si concentrano e avvertono tensioni e fastidi quando si è stressati, preoccupati o tristi.

RIMEDI NATURALI RILASSANTI CONTRO IL MAL DI PANCIA Bere un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente, ogni ora, può essere di grande aiuto per chi somatizza lo stress nella zona dell’addome. Per potenziare l’effetto rilassante è possibile anche consumare delle tisane naturali a base di erbe come camomilla, melissa e tiglio. Il benessere, deve partire dalla mattina: “Si può iniziare già appena svegli con un lieve massaggio alla pancia e un bicchiere di acqua tiepida con limone –:  questo rimedio rilassa le pareti dell’intestino e permette al nostro organismo, allo stomaco e all’intestino di “accogliere” meglio la colazione”.

NO A VERDURE CRUDE, SÌ ALLA MASTICAZIONE LENTA Nei momenti più critici e stressanti, in cui si avverte il “magone” e gonfiore alla pancia, bisogna poi prestare attenzione ai pasti: “A pranzo meglio evitare le fibre crude, come le insalate, perché sono più difficili da digerire, a quel punto meglio un panino o una pastasciutta”, ha spiegato Salvioli, ricordando che in qualsiasi situazione è sempre bene “masticare lentamente e non guardare computer o cellulari durante i pasti”.

(Salute, Humanitas)