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CHE COS’È LA BIOPSIA LIQUIDA?

La biopsia liquida è uno speciale test del sangue che permette di scoprire gli indicatori tipici di un tumore: come funziona e per che cosa la si usa.

La biopsia liquida è un esame medico che ha l’obiettivo di monitorare l’andamento di un tumore a partire da un prelievo di sangue del paziente. Meno invasiva della tradizionale biopsia, che analizza frammenti di tessuto prelevati dall’organo interessato alla malattia, è in grado di identificare la presenza di metastasi molto piccole, che i normali esami non riescono a rilevare, e che possono dare luogo a recidive nell’arco di qualche anno. Nel sangue dei pazienti, la biopsia liquida va a caccia del DNA rilasciato dalle cellule tumorali. L’esame, già utilizzato per alcuni tipi di tumore del polmone, è attualmente sperimentato per il cancro del colon. L’obiettivo è capire se la biopsia liquida può servire per personalizzare le terapie dopo l’intervento chirurgico. Attualmente, infatti, dopo l’operazione la maggior parte dei pazienti è trattata con la chemioterapia proprio allo scopo di eliminare le micro-metastasi. Tuttavia, circa la metà non ne avrebbe bisogno. «Non abbiamo sempre idea di quali siano i pazienti che hanno bisogno di una chemioterapia perché il loro tumore è destinato a ricadere, e quali invece la farebbero per niente, perché il loro tumore è già completamente guarito grazie all’intervento»; la ricerca del DNA del tumore nel sangue ci potrà indicare il rischio di ricaduta. Con circa 34.000 casi diagnosticati ogni anno in Italia, il tumore del colon è il secondo tumore maligno più frequente nelle donne e il terzo negli uomini. Il rischio di ammalarsi è legato a fattori genetici e a stili di vita scorretti, come la sedentarietà, il fumo di sigaretta e, soprattutto, le diete troppo ricche di grassi e proteine, ma povere di fibre.
(Salute, Focus)

Quali sono i tumori in cui l’alcol è un fattore di rischio?

Non solo fegato. Sono diversi i tumori che possono essere causati dal consumo di alcol. Ecco l’elenco

Una delle regole indicate dal WCRF/AIRC (world cancer research fund) per la prevenzione del cancro chiama in causa direttamente l’alcol, raccomandando di limitarne il consumo.

I dati in effetti parlano chiaro: ci sono prove convincenti che il consumo di bevande alcoliche sia causa di diversi tumori da quello del fegato, il più noto, a quelli di bocca, laringe, faringe, esofago, colon-retto e seno per le donne in post-menopausa. Da non sottovalutare anche la possibile associazione tra alcol e tumore dello stomaco o del seno prima della menopausa. Più in dettaglio, l’OMS ricorda che l’abuso di alcol causa il 26 % dei tumori del cavo orale, l’11% di quelli colorettali e il 7% di quelli del seno. Gli esperti sottolineano inoltre che non ci sono differenze di rischio legate al tipo di bevanda alcolica, poiché ciò che danneggia le cellule è l’etanolo in esse contenuto.
Birra, vino e superalcolici sono equivalenti se la quantità di alcol (etanolo) che da esse deriva è la stessa. Da non dimenticare, infine, che l’alcol è anche una fonte di calorie “vuote”, ovvero senza alcun valore nutrizionale, che possono portare a pericolosi aumenti di peso: un grammo di alcol apporta 7 chilocalorie (kcal), contro le 9 kcal di un grammo di grassi e le circa 4 di un grammo di carboidrati o di proteine.
(Salute, Fondazione Veronesi)

Ecco perché i chili di troppo fanno venire il cancro

Un’epidemia che non accenna a rallentare, ma anzi cresce, inarrestabile.

Come il girovita degli oltre due miliardi di individui al mondo che sono sovrappeso o obesi. I chili in eccesso sono un problema che riguarda il 30% della popolazione e che causa ben 4 milioni di morti ogni anno. Morti dovute soprattutto a malattie cardiovascolari, ma anche ai tumori. Ecco, in 10 punti, tutto quello che serve sapere.

Chi è sovrappeso rischia tumori più aggressivi e difficili da curare
«Diversi studi hanno messo chiaramente in evidenza che l’eccessivo peso non solo fa crescere le possibilità di ammalarsi, ma anche di morire di cancro -. Chi è obeso rischia di sviluppare forme più aggressive e difficili da curare, così come ha maggiori probabilità di avere una recidiva di un precedente tumore o di andare incontro a complicanze durante le cure. Nel paziente obeso il trattamento rischia di essere ridotto o eccessivo a causa della differente distribuzione del farmaco che si verifica nel grasso corporeo. Fortunatamente sappiamo anche che dimagrire contribuisce, concretamente, a migliorare la situazione». Ad essere sotto accusa in particolare è il tipo di distribuzione corporea del grasso oltre alla sua quantità assoluta: il grasso viscerale e addominale, situato in profondità intorno agli organi centrali del corpo (come ad es. intestino, cuore, fegato) e quindi non palpabile è ben più pericoloso del grasso sottocutaneo che si accumula in superficie, tra pelle e muscoli.

Fotografia del pianeta che ingrassa: il 30% della popolazione mondiale pesa troppo
A dare le stime più aggiornate dell’epidemia è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine che ha analizzato i dati di quasi 70 milioni di adulti e bambini di 195 Paesi tra il 1980 e il 2015. Dei sette miliardi e mezzo di abitanti del pianeta, più di due superano il peso consigliato: hanno cioè un indice di massa corporea superiore a 25 (sopra il 30 inizia l’obesità) In molte nazioni a diventare extralarge sono soprattutto i bimbi, in quantità maggiori persino rispetto agli adulti. Tra i 20 Paesi più popolosi i maggiori livelli di obesità tra bambini e giovani adulti si riscontrano in Usa (quasi il 13% degli americani di questa fascia d’età), l’Egitto è il Paese con più adulti obesi (circa il 35% del totale). I tassi più bassi di obesità si riscontrano invece in Bangladesh e Vietnam (solo l’1% della popolazione). Guardando i numeri , la Cina, con 15.3 milioni, e l’India, con 14,4 milioni hanno n. di bambini più elevato al mondo, mentre il primato adulti spetta agli Stati Uniti, con 79,4 milioni e alla Cina con 57,3 milioni.

Quali sono i parametri da monitorare?
Per tenere sotto controllo il proprio peso corporeo sono importanti due parametri: l’indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index) che si ottiene dividendo il peso (espresso in chilogrammi) per il quadrato dell’altezza. Un valore di BMI inferiore a 25 indica una persona normopeso; da 25 a 30 si è sovrappeso; da 30 a 40 indica obesità; oltre 40 una grave forma di obesità. Il BMI rappresenta un indice approssimativo poiché non tiene conto del tipo di costituzione fisica, della localizzazione dell’adipe e delle masse muscolari. Un altro valore da considerare è la circonferenza della vita (misurata all’altezza dell’ombelico), che è un indice del tessuto adiposo addominale in relazione al rischio di malattie cardiovascolari e dismetaboliche e che non dovrebbe superare gli 80 cm.

Sei tipi di tumori legati ai chili di troppo
Secondo le più recenti stime, l’eccessivo sovrappeso è responsabile diretto in Italia di circa il 3% di tutti i tumori negli uomini e del 7% di quelli nelle donne. Molte sono le ricerche ancora aperte, ma le informazioni finora disponibili non lasciano spazio ai dubbi: obesità e sovrappeso sono fra i fattori di rischio noti per i tumori di endometrio, colon retto, esofago, rene, pancreas e seno, specie fra le donne in post menopausa. Gli scienziati, negli ultimi anni, hanno fatto molti progressi nelle possibili spiegazioni dei diversi meccanismi che sono alla base del legame tra peso in eccesso e cancro. Al momento sono soprattutto cinque gli ambiti in cui si sta indagando per comprendere le relazioni causa-effetto tra obesità e tumori: insulina, infiammazioni croniche, estrogeni, fattori di crescita dei tumori e adipochine (sostanze prodotte dal tessuto adiposo che hanno un effetto pro-infiammatorio).

Perché il sovrappeso fa venire il cancro: l’insulina
«Le persone obese hanno spesso nel sangue livelli di insulina e di fattori di crescita insulino-simili più elevati della norma – . Questa condizione, nota come iperinsulinemia o insulino-resistenza, fa salire il rischio di diabete e può favorire l’insorgenza di alcuni tipi di cancro, come quelli di colon e rene». L’insulina è l’ormone prodotto dal nostro organismo in risposta a un aumento della quantità di zuccheri nel sangue (glicemia), ma regola anche altri aspetti del funzionamento del nostro organismo e per questo è considerata un ormone chiave nella relazione tra cibo e cancro. Troppa insulina in circolo, per es., induce una produzione eccessiva di testosterone, l’ormone sessuale maschile, nella donna. Inoltre l’insulina favorisce la produzione di un fattore di crescita chiamato IGF-I che è un vero e proprio fertilizzante per le cellule in generale e in particolare per quelle cancerose.

Perché il sovrappeso fa venire il cancro: l’infiammazione cronica
«In chi è molto in sovrappeso – è piuttosto comune anche un’infiammazione cronica di alcuni tessuti (facilitata dai grassi accumulati in determinati punti dell’organismo), che è noto essere uno dei fattori che alla lunga predispongono alla trasformazione cancerosa delle cellule. Il grasso è un deposito naturale di sostanze che favoriscono l’infiammazione e inoltre produce ormoni, come gli estrogeni, coinvolti in vari tipi di tumori». Un es. su tutti è quello dell’infiammazione cronica nell’esofago, con conseguente reflusso gastroesofageo (nota come Esofago di Barret), entrambe più frequenti fra gli obesi ed entrambe sono condizioni che facilitano lo sviluppo del cancro all’esofago.

Perché il sovrappeso fa venire il cancro: gli estrogeni
l’obesità sta per superare il tabacco e raggiungere un poco ambito primato, quello di prima causa prevenibile di cancro. Anche gli estrogeni, che vengono prodotti in grandi quantità dai tessuti grassi sono fra i noti responsabili di alcune forme di tumore del seno, dell’endometrio e dell’ovaio. «In pazienti che abbiano avuto precedentemente tumori al seno o all’utero, l’eccesso di estrogeni legato all’eccesso di tessuto adiposo può facilitare l’insorgenza di recidive».

Attenzione a questi 5 valori: la sindrome metabolica
Generalmente, per semplificare, si parla di una «relazione pericolosa» fra neoplasie e obesità, ma la vera responsabile è la sindrome metabolica, che interviene in tutte le fasi del tumore, dalla formazione alla progressione, dalla resistenza alle terapie fino all’insorgenza di recidive. «Una patologia – caratterizzata da aumento della circonferenza dell’addome (superiore a 88 cm nelle donne e a 96 negli uomini), ipertensione arteriosa, ipertrigliceridemia (oltre 150 mg di trigliceridi per decilitro di sangue), ridotti livelli di colesterolo “ buono” HDL (meno di 50 nelle femmine e 45 nei maschi) aumento della glicemia a digiuno (maggiore di 100). Se si hanno anche solo tre su cinque di queste caratteristiche si soffre di sindrome metabolica e sale il rischio di cancro».
(Salute, Corriere)