RAFFREDDORE, i farmaci a base di PSEUDOEFEDRINA non vanno usati in caso di pressione alta o insufficienza renale

Nota Aifa dopo le segnalazioni che riguardavano la sindrome da encefalopatia posteriore e la sindrome da vasocostrizione cerebrale. «Non è una cura per il raffreddore, ma blocca solo i sintomi»

I medicinali contenenti pseudoefedrina, principio attivo efficace contro la congestione nasale, non devono essere usati in pazienti con pressione alta grave o non controllata (non trattati o resistenti alla terapia) o con malattia o insufficienza renale acuta grave o cronica. Lo ha ribadito in una nota online l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) dopo che l’Agenzia europea del farmaco (Ema) aveva confermato a dicembre le restrizioni sull’utilizzo dei medicinali contenenti pseudoefedrina. La pseudoefedrina è un principio attivo usato spesso in caso di raffreddore o allergie. A febbraio il Prac aveva avviato una revisione sulla sicurezza dei prodotti, dopo alcuni casi descritti dall’Agenzia del farmaco francese. Le segnalazioni riguardavano la sindrome da encefalopatia posteriore (Pres) e la sindrome da vasocostrizione cerebrale (Rcvs), entrambe reversibili, verificate in persone che avevano fatto uso del farmaco.

I sintomi di Pres e Rcvs
«Si tratta di condizioni rare, che tuttavia possono comportare un ridotto apporto di sangue al cervello, causando potenzialmente complicazioni gravi e pericolose per la vita — puntualizza l’Ema —. Con una diagnosi e un trattamento tempestivi, i sintomi di Pres e Rcvs solitamente si risolvono. Le evidenze disponibili hanno dimostrato che la pseudoefedrina è associata a rischi di Pres e Rcvs e tali informazioni saranno indicate sui prodotti.

La nota Aifa
«Sono stati segnalati alcuni casi di sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (Pres) e di sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile (Rcvs) con l’uso di medicinali contenenti pseudoefedrina. Tali medicinali sono controindicati nei pazienti con ipertensione grave o non controllata, o con malattia renale o insufficienza renale acuta o cronica, poiché queste condizioni aumentano i rischi di Pres o Rcvs». Così l’Agenzia italiana del farmaco Aifa. Gli operatori sanitari devono consigliare ai pazienti di interrompere immediatamente l’uso di medicinali contenenti pseudoefedrina e sottoporsi a terapia specifica se sviluppano sintomi di Pres o Rcvs, come forte mal di testa con esordio improvviso, sensazione di malessere, vomito, confusione, convulsioni e disturbi visivi».

Non è una cura per il raffreddore
«I farmaci contenenti pseudoefedrina solo in pochi casi possono essere utili contro i raffreddori — ha commentato il segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti —. In generale ne prolungano la durata, il sintomo viene semplicemente bloccato ma poi ritorna. E l’uso prolungato non è benefico. Il farmaco può essere utilizzato in situazioni selezionate: per esempio per una persona che non riesce a dormire a causa del naso chiuso e il giorno dopo ha un impegno non rinviabile. In questo caso può trarne vantaggio. Ma è un errore pensare che sia una terapia del raffreddore. Per acquistare il farmaco non c’è bisogno di prescrizione né della visita, ma di un consulto e un consiglio sì, in particolare per pazienti con fattori di rischio e se si tende a protrarne nel tempo l’uso. Parlarne con il proprio medico è assolutamente necessario».
(Salute, Corriere)